“Vent’anni sono tanti, sono una storia che va rispettata e custodita con grande responsabilità ma soprattutto con l’impegno a proseguire, a continuare la nostra attività e al contempo a rinnovarla. L’Associazione Carla Crippa è un pezzo di storia riconosciuta a Seregno ma è soprattutto conosciuta e presente in Bolivia dove chiunque vi si rechi ne trova tracce, ricordi e presenza” Alberto Ortolina lo scorso febbraio è stato riconfermato alla presidenza dell’associazione per un altro triennio e i soci hanno voluto affiancargli un direttivo completamente rinnovato.
“Con Alberto Novara – chiarisce Ortolina – che già ne faceva parte e che è diventato vicepresidente continuando ad occuparsi delle adozioni a distanza che sono pur sempre ed ancora parecchie decine, nella ‘squadra’ sono entrati Claudia Farina che si occupa in particolare della promozione in ambito culturale, Gloria Vimercati a cui è affidata la formazione, e Alberto Roli cui compete la promozione tout court in particolare attraverso social e nuovi media. Al di là del fatto che per la prima volta l’associazione è affidata totalmente alla ‘nuova generazione’ della stessa, i cosiddetti ‘giovani’, un dato comune a tutti i componenti del direttivo è di essere stati in Bolivia almeno una volta e di aver ‘toccato con mano’ quella realtà. Ed è in fondo quel che Carla ricordava e sottolineava sempre quando insisteva nel dire che ‘per capire la Bolivia bisogna vivere con la sua gente’. Noi abbiamo oltretutto la fortuna di avere Mirko Pozzi che con Veronica e Santiago vivono a Santa Cruz da anni, dopo il periodo di Cochabamba, e lì continueranno ad operare sino a dicembre del 2017 dopo che il loro mandato di missionari fidei donum è stato riconfermato dalle rispettive Chiese, boliviana e italiana. Con loro siamo in contatto pressoche quotidiano grazie alle nuove tecnologie e questo ci consente di avere sempre il quadro di una situazione che anche lì è in continuo mutamento da ogni punto di vista”.
Il riconfermato presidente evidenzia proprio la necessità di un contino rinnovamento dell’attività dell’associazione. “Nulla di sconvolgente – dice – ma con il direttivo stiamo lavorando a rendere sistematiche alcune attività di promozione e formazione che ritengo oggi indispensabili per supportare poi progetti che a loro volta si sono modificati nel tempo per diverse ragioni non tanto come finalità ma come caratteristiche, dimensioni, impegni, tempi. Tutta la ‘squadra’ ha iniziato subito a lavorare con spirito molto propositivo, mettendosi in gioco e questo mi fa ben sperare. Vogliamo puntare ancora su spettacoli teatrali, conferenze, incontri, scuole, abbiamo rinnovato il sito web, lavoriamo molto con la pagina face book”.
Ma è sui progetti, ovvero sull’attività concreta in Bolivia che l’attenzione resta alta e prioritaria. “Negli ultimi dieci anni – sottolinea Ortolina – realtà e attività dell’associazione sono molto cambiate da questo punto di vista. In passato le condizioni economiche generali erano più favorevoli e consentivano di sostenere più progetti, anche piccoli. Ora siamo particolarmente concentrati sull’hogar de la Esperanza di Santa Cruz che è la nostra prima ragione di attività, mentre con le Acli sosteniamo Mirko e la casa famiglia Sandro Terragni. Inoltre con mons. Eugenio Coter, vescovo di Pando, ci stiamo occupando della pastorale penitenziaria in quella regione. Di fatto siamo tornati al ‘cuore’ della nostra attività: stare vicino ai detenuti in varie forme, che è quel che faceva Carla, che è quello che ci ha indicato anche Papa Francesco nella sua visita al carcere di Palmasola nel luglio scorso”.
Da ultimo il presidente torna sui vent’anni dell’associazione: “Stiamo lavorando a qualche iniziativa per ricordare questo importante anniversario, in particolare ad una pubblicazione che riesca a raccogliere quanto siamo riusciti a fare, con i progetti, con i volontari, con le iniziative, come l’annuale torta paesana, il momento in cui tutta Seregno può incontrarci e aiutare con noi soprattutto i bambini della Bolivia”.